La ragazza nella torre

La ragazza nella torre

Buongiorno, lettori! Oggi vi parlo del romanzo La ragazza nella torre, scritto da Katherine Arden, attesissimo sequel de L’orso e l’usignolo, entrambi editi da Fanucci Editore, che ringrazio per l’invio della copia.

TRAMA

Orfana e sola, costretta ad abbandonare il suo villaggio, Vasja dovrà rassegnarsi a trascorrere la vita in un convento o a permettere alla sorella maggiore di darla in sposa a un principe moscovita. Entrambe le strade la condannano a una vita in una torre, tagliata fuori dal vasto mondo che invece desidera esplorare. Così sceglie una terza via: travestendosi da ragazzo cavalca attraverso il bosco per sfuggire a un destino che altri hanno scritto per lei. A Mosca, intanto, la corte imperiale è scossa da lotte di potere e tumulti. Nelle campagne alcuni banditi razziano i campi, bruciano i villaggi e rapiscono le fanciulle. Dopo essere partiti per sconfiggere i briganti, il Gran principe e i suoi boiardi si imbattono in un giovane uomo in groppa a un magnifico destriero. Solo Sasa, un monaco guerriero, capisce che il “ragazzo” altri non è che sua sorella, creduta morta dopo la fuga dal suo villaggio in seguito all’accusa di stregoneria. Ma quando Vasja dà prova del suo valore in battaglia, cavalcando con una destrezza eccezionale e con un’inspiegabile forza, Sasa realizza che dovrà a tutti i costi mantenere il segreto della sua vera identità, per salvare la vita dell’unica persona in grado di fronteggiare le forze oscure che minacciano di distruggere l’impero…

Il mondo di Vasja si è letteralmente sgretolato sotto i suoi piedi: dopo le recenti e terribili perdite, la ragazza è dovuta fuggire dal giudizio e dalla cattiveria del suo villaggio, fomentato dal subdolo e meschino prete Konstantin, invaghito della stessa Vasja e tormentato da questo sentimento forte. Vasja, testarda e determinata, va alla ricerca di Morozko, il demone dell’inverno che già diverse volte, inspiegabilmente, le ha salvato la vita; sulla groppa di un cavallo molto speciale, la ragazza trova la dimoradel demone e gli chiede nuovamente aiuto per realizzare il suo più grande sogno, divenire una viaggiatrice. Il mondo di Vasja è patriarcale e limitato: le donne hanno un valore solo in quanto merce di scambio e in questo momento Vasja è considerata merce avariata. Accusata di essere una strega, ha davanti a sé solo due alternative – essendo sfumata la prospettiva coniugale – diventare suora, e rinchiudersi in un convento, o morire; chiaramente, la nostra protagonista ha ben in mente una ulteriore alternativa, vivere e viaggiare, conoscere il mondo, andare a Sud, vedere le città. Morozko, pur non condannando apertamente tale progetto, cerca di frenare l’impeto di Vasja, ma lei, indomita e sconsiderata, decide di mettersi in viaggio. Dopo un inizio duro e difficile, che la prostra nel corpo ma non nello spirito, Vasja incappa in un ennesimo villaggio raso al suolo da barbari Tatari che rapiscono, non si sa bene perché, delle giovani fanciulle. Decisa ad aiutare, e soprattutto a salvare le bambine, incurante di tutto e tutti, Vasja si mette sulle tracce dei banditi e riesce a sconfiggerli; tuttavia, proprio questo salvataggio la porterà al fortuito incontro con il fratello, monaco-guerriero, Sasa, che viaggia con il Gran Principe Dmitrji e un enigmatico personaggio che sembra essere spuntato dal nulla.

Per difendere la sua “virtù”, Sasa continuerà a mantenere il segreto della sorella, fingendo che sia un ragazzo per tutelarla e anche un pò per poterla controllare; entrambi sanno bene che questa bugia potrebbe costargli la vita ma Vasja è troppo accecata dal sapore di questa nuova libertà da non voler proprio saperne di concludere la farsa. Indipendente, ascoltata dagli uomini con cui viaggia, trattata alla pari, Vasja brilla per intelligenza, astuzia e coraggio, in un mondo meschino ed egoista; eppure, qualcuno nell’ombra sospetta di lei, ma per motivi imprevedibili. Quando Vasja arriva a Mosca e ritrova anche la sorella maggiore, si renderà conto che le sue scelte hanno conseguenze sulla sua vita e su quella di coloro che ama, e che nella città si gioca ad un gioco sconosciutole.

Trame ed intrighi politici, sotterfugi e quella magia liricamente evocata dall’autrice, conducono il lettore in una storia di folclore e mito, nella suggestiva cornice dell’inverno e della primavera Russa. Parole che evocano colori e sapori a noi lontani, che affascinano per la potenza delle leggende sussurrate, proprio come accade alla giovane nipote di Vasja, in una storia al femminile che non si sottomette ma si ribella, emerge e grida la sua essenza. Vasja e la nipote, come la nonna nel passato, hanno un potere, nascosto e non compreso dagli altri, che le avvicina ad una dimensione che non si vede, immateriale eppure profondamente legata alla spiritualità: non smentiscono ciò che vedono, non sminuiscono le potenti presenze che animano le storie e le favole ma che, nel loro mondo, sono ben reali. Vogliono vedere oltre e non hanno paura di farlo, anche se devono sacrificare i propri affetti che le appellano, per prime, come streghe. E la loro voce urla per farsi sentire in un mondo di sordi, in un mondo in cui il pensiero delle donne non viene quasi considerato, anche quando è giusto: così Vasja, profeta in patria, non viene ascoltata quando prima di tutti capisce cosa sta accadendo. Un terribile destino sta per abbattersi su Mosca e sul Gran Principe, isolato e depistato da un abile manipolatore … ma c’è di più in ballo: l’eterna lotta tra bene e male, tra vita e morte, tra passato e futuro, si ripropone in uno scontro senza esclusione di colpi. Quel sovrannaturale così sminuito da una chiesa rigida e rigorosa, si fa sentire, e sconvolgerà l’intera Mosca. Che ruolo ha Vasja in tutto questo?

Vasja è l’eroina della sua storia, in groppa al suo cavallo magico, ardita, passionale, impulsiva, testarda, leale e affettuosa; il fratello si interroga sulla sua femminilità, non comprendendo che Vasja ne incarna a pieno titolo una definizione più aperta, e più condivisibile, di donna. Vasja è umana: sbaglia, cade, si rialza, e chiede perdono. E ama, di un amore confuso ma intenso, una creatura del mito: il loro legame è qualcosa di unico. Aspettavo con ansia le scene di interazione tra loro due, piene di pathos, sentimento e struggimento: la penna dell’autrice è stata incredibile nell’emozionare e nel coinvolgermi in questa storia senza tempo. E Vasja stessa è eroina senza tempo, potrebbe esistere nel suo tempo come nel nostro. Lo stile dell’autrice si riconferma magico e scorrevole, evocativo e suggestivo; la cornice di una Russia limitrofa e poi della grande città sfavillante, della corte macchinosa, della torre di Ol’ja, con il suo terem di sole donne, le feste tipiche e la fede religiosa così presente in ogni momento della vita dei personaggi, seducono il lettore e lo inchiodano alle sue pagine. Attinge a piene mani da un mondo e una cultura che, almeno su di me, ha sempre esercitato grande fascinazione: la Russia, avvolta dal mistero, con i suoi copricapi e i suoi colori, con la sua storia politica e religiosa così importante, fanno da sfondo ad una storia che parla di archetipi universali, e lo fa con un linguaggio semplice ma mai banale, e con una costruzione narrativa che implica un grande studio da parte dell’autrice.  Famiglia, onore, patria, amore, magia, si intrecciano abilmente al costume e alla tradizione, al potere e alla politica, per regalarci un romanzo fantasy dal sapore fiabesco che merita di essere letto.

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